[Rubrica] Il punto di coach Zennaro - Stella o Gruppo?

5 ottobre 2012
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Il nostro è uno sport di squadra, su questo non c’è alcun dubbio.

Il dubbio nasce però quando ti viene posta la domanda: ma è più forte una squadra con una stella assoluta o una con un gruppo granitico e coeso e senza nessuna primadonna?

Mah… credo che le opinioni siano molteplici. E ognuno ha giustamente la sua opinione.

Io sono fermamente convinto che la forza di una squadra si misura soprattutto in base alla coesione dei suoi elementi, tralasciando volutamente l’aspetto tecnico.

Mi spiego meglio: è innegabile che qualsiasi coach vorrebbe nella propria squadra un giocatore che gli garantisce ad ogni partita 20 punti, o che smazzi 10 assist o che gli prenda 15 rimbalzi. Ma siamo convinti che questo basti a fare una squadra, non dico vincente, ma competitiva? Certo avere giocatori di un certo livello aiuta, ma senza una squadra che supporti in modo concreto il leader, non ci può essere in alcun modo un team vincente. Non c’è traccia nella storia di squadre che abbiano vinto affidandosi ad un solo giocatore.

I Chicago Bulls di Michael Jordan finché non sono arrivati i vari Pippen, Rodman, Kerr, Kukoc non hanno vinto niente; la stessa Siena ne è un esempio eclatante. La sfilza di scudetti consecutivi è arrivata facendo affidamento ad un gruppo solidissimo che di volta in volta riesce a trovare protagonisti diversi. E ancora….Lebron James per riuscire a vincere è dovuto andare a Miami, dove non ha vinto l’anello fino a quando la squadra non è diventata gruppo (la serie finale 2011 con la vittoria dei Mavs è emblematica in questo senso).

Detto questo, sembrerebbe facile la ricetta per vincere: prendi un bravo giocatore, ci metti accanto una serie di giocatori con gli attributi, fisici e mentali, e il gioco è fatto. Magari fosse così facile. E’ necessario invece lavoro in palestra, tanto lavoro in palestra. Non vorrei sembrare banale ma l’unica ricetta per creare squadre vincenti è questa. Indipendentemente dal fatto di avere giocatori capaci o meno, qualsiasi risultato non può prescindere dal duro lavoro in palestra. Personalmente una delle prime cose che valuto in un giocatore è la sua capacità di mettere al servizio della squadra le sue qualità anche a scapito di segnare qualche punto in meno o di sembrare meno decisivo di altri. E anche in questo senso ci sono un sacco di esempi: la Montepaschi è quello più eclatante, ma senza andare tanto lontano, la squadra vincitrice del nostro campionato di Promozione la passata stagione, Casier, era (e lo è tutt’ora) una squadra che ha dimostrato di essere un gruppo granitico ottimamente allenato, che ha saputo far fronte durante la stagione a vari infortuni senza mai perdere di vista l’obiettivo. E la finale vinta contro l’ottimo Vittorio Veneto ne è la dimostrazione. Anzi, è la dimostrazione che probabilmente è meglio avere un gruppo omogeneo e coeso che una squadra con un solo terminale.

Questo principio poi, secondo me è fondamentale per le squadre giovanili: l’obiettivo di noi allenatori deve essere quello di formare dei giocatori completi, che siano in grado, una volta terminato il processo di maturazione, di mettere a disposizione della propria squadra le proprie capacità migliori. E attraverso queste, migliorare la squadra!