[Editoriale] - L'importante non è vincere, ma partecipare

3 novembre 2012
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Riprendiamo questo interessante articolo da basketfavaro.it

Questo detto ha effetti particolarmente disastrosi per chi lo applica. In un mondo in cui tutti lottano accanitamente, se uno si accontenta di partecipare ha già perso in partenza. Non si può vincere sempre, ma si deve avere almeno l’aspettativa di vincere ogni tanto. In campo giovanile
per chi fa sport, vincere crea delle aspettative spesso ingombranti nella crescita di un adolescente, soprattutto perché spesso le aspettative non sono dei giovani, ma nella mente e nella cultura dei genitori che mal sopportano vedere i propri figli soccombere, anche se si rendono conto di avere di fronte avversari più talentuosi e preparati. E così torniamo alla famosa frase decubertiana, vera ed unica regola dei giochi olimpici, mai così poco rispettata, visti i recenti comportamenti di atleti e dirigenti, preoccupati di conseguire una medaglia che desse loro pubblicità e soldi, anche se per conseguirli bisognava ricorrere a metodi non proprio ortodossi. Metodi che spesso vengono portati alla ribalta come furbi, ma che poco hanno a che vedere con lo sport, ma molto con il conseguimento della vittoria, vera regina di tutti i nostri pensieri. Cosa centra tutto questo con la nostra attività?; centra perché in questo momento stanno iniziando tutti i campionati giovanili, campionati che vedranno impegnati società, atleti, allenatori, dirigenti, ma soprattutto i genitori che seguiranno i ragazzi nella loro stagione agonistica, e che si protrarrà per alcuni mesi, in un crescendo che nel suo camino alimenterà tensioni e aspettative, visto che comunque da qualsiasi parte lo si guardi, l’agonismo la farà da padrone, e il vincere o perdere sarà l’argomento principale di tutte le discussioni. L’ illusione e che si possa essere un po’ distaccati da questa logica, che premia il più bravo, chi fa più punti o più stoppate, e che tende a trascurare chi ha meno mezzi attualmente(ricordarsi che non si cresce tutti allo stesso modo)o meno talento, e che inevitabilmente tenderà ad allontanarsi o isolarsi, quindi provare a essere meno tecnici e più educatori.
Proporrei quindi un gioco ai nostri atleti dirigenti e supporter, siano essi genitori o amici, che alla fine premi chi si distinguerà per sportività, spirito di gruppo, miglioramento del proprio bagaglio sportivo e intellettuale, una classifica che dovrà premiare, non chi fa più punti, ma chi dimostra di sapersi distinguere per “sportività” . Sarà l’unica classifica in cui ci piacerebbe sentire la parola “vincere”; sono a disposizione per chi vorrà candidarsi a questo premio. In questo caso “che vinca il migliore…”

da http://www.basketfavaro.it/
photo credits www.ivg.it